Recensione La lista degli ospiti di Lucy Foley
Scrittura: 2 stelle su 5
Sono davvero stufa marcia di leggere libri scritti in prima persona. Ma che è? Una nuova moda? È uno stile che rende i romanzi più accattivanti? Più vendibili? Più moderni? Più giovanili? Seee, come no!
Ma Lucy Foley non si è limitata a questo. No, cari amici, lei è andata oltre perché la storia è raccontata non da un solo personaggio, ma da ben 6! Poi, come se non bastasse, è un continuo salto temporale, un tornare avanti e indietro, prima e dopo le nozze. Un caos destabilizzante. Un applauso alla scrittrice, brava, brava, brava, brava (da leggere con la voce di Sgarbi quando esclama "capra, capra").
Per questo si merita due stelle e una 💩 fumante.
La scena si svolge in un isolotto privato dell'Irlanda. Le descrizioni scarseggiano o sono al quanto superficiali, per questo spesso ho avuto difficoltà ad immaginarmi i luoghi.
È stato inevitabile il confronto con l'ambientazione del romanzo Dieci piccoli indiani di Agatha Christie, ma quest'ultima batte la Foley a mani basse.
Non esiste un protagonista, ma solo tanti personaggi più o meno importanti. Quelli principali sono ben descritti, anche perché la storia è raccontata attraverso il loro punto di vista.
Non sono riuscita ad affezionarmi o provare simpatia anche solo per uno di loro.
Non mi aspettavo il colpo di scena finale. Buona conclusione.
Consigliato a chi non è interessato alla scrittura, ma solo alla storia in sé.
L'avevo adocchiato, ma le recensioni mi avevano fatto desistere
RispondiEliminaCiao Not,
RispondiEliminala storia non è brutta, anzi, ma la scrittura l'ho trovata fastidiosa. Il racconto dal punto di vista di più persone e gli sbalzi temporali hanno reso la lettura frammentaria.
In giro c'è di meglio.
Grazie di essere passato ☺️
In effetti, leggendo la trama, Vien spontaneo l'accostamento ad Agatha Christie, ma mi pare di capire che...non ci siamo proprio 😅
RispondiEliminaA me solitamente non dispiacciono i romanzi corali, la presenza di più punti di vista.. , ma mi sa che qua si è esagerato.
Peccato.
L'ambientazione, un'isoletta privata in cui è presente solamente una grande casa, ricorda (moooolto alla lontana) Dieci piccoli indiani. Ma le somiglianze finiscono qua. Peccato perché la storia non era malaccio.
RispondiElimina